A cento anni del debutto dell’opera musicale e coreografica che
cambiò la storia della danza del ’900
nata dal connubio
Stravinskij – Nijinsky “Le Sacre du Printemps”,
il Teatro La Fenice di Venezia
ha organizzato per celebrare l’evento,
tre video conferenze nei pomeriggi del 29, 30 e 31 ottobre 2013
Il balletto, che inscena il rito sacrificale di una giovane vergine, l’Eletta,
costretta a danzare fino alla morte,
per propiziare il ritorno della primavera, dopo il rigore dell’inverno,
è stata presentata in tre edizioni diverse, scelte e introdotte da Franco Bolletta, responsabile artistico e organizzativo delle attività di danza della Fenice
Nel primo dei tre incontri, che hanno avuto luogo presso le Sale apollinee del Teatro, Franco Bolletta ha proposto la ricostruzione della coreografia di Nijinsky,
che fu presentata pubblicamente per la prima volta il
29 maggio 1913 presso il Teatro degli Champs Elysées.
L’opera sconcertò il pubblico sia per la musica – insolita, ossessiva, stridente –
sia per la coreografia antiaccademica,
a partire dalla posizione dei danzatori
con le punte dei piedi e le ginocchia rivolte all’indentro.
Cadde quindi dopo poche repliche e la coreografia andò persa.
Nel 1987 dopo un lavoro decennale compiuto
dalla coreografa e storica della danza Millicent Hodson
e dallo storico dell’arte Kenneth Archer,
che rintracciarono con ricerche pazienti foto, bozzetti, disegni di costumi, locandine
e altro materiale in archivi, musei, collezioni private,
l’opera di Nijinsky si può ritenere in gran parte restituita.
L’edizione scelta per la celebrazione veneziana è stata quella nell’esecuzione del
corpo di ballo del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo,
orchestra del Teatro Mariinskij diretta da Valerij Gergiev,
registrata nel giugno 2008.
Nel secondo incontro il pubblico ha potuto vedere la coreografia di
Maurice Béjard, che debuttò a Bruxelles, Théâtre de la Monnaie, 8 dicembre 1959,
proposta nell’interpretazione del
Béjart Ballet Lausanne
(ripresa non ufficiale del novembre 2012 allo Stadsschouwburg di Anversa).
L’ultima coreografia proposta è stata quella di
Pina Bausch,
di cui è stato presentata la registrazione
– riconosciuta ufficialmente –
del 3 dicembre 1975 effettuata a
Wuppertal, Opernhaus, Cleveland
Orchestra diretta da Pierre Boulez.
Si è trattato di tre coreografie molto diverse l’una dall’altra
Mentre quella di Nijinsky risulta, ovviamente, legata al mito originario,
le successive si allontano dal “libretto”
e perdono l’aderenza ai dodici episodi,
distribuiti nelle due macro sequenze.
Nella coreografia di Pina Bausch,
come ha fatto notare Franco Bolletta al pubblico,
l’unico aggancio con il rito propiziatorio dei contadini
è il palco ricoperto di terra
Il ciclo è stato molto gradito dal pubblico,
che è intervenuto sempre più numeroso agli incontri
e ha ringraziato l’organizzatore e responsabile con un caloroso applauso
NOTA. I titoli dei dodici episodi della “Sacre du Printemps”, distribuiti nelle due sequenze
Parte I
L’adorazione della Terra
Introduzione
Gli auguri primaverili – danze delle adolescenti
Gioco del rapimento
Danze primaverili
Gioco delle tribù rivali – corteo del saggio – il saggio
Danza della terra
Parte II
Introduzione
Cerchi misteriosi delle adolescenti
Glorificazione dell’Eletta
Evocazione degli antenati
Azione rituale degli antenati
Danza sacrificale (l’Eletta)