Omaggio ad Aung San Suu Kyi

Gentili Visitatori,

questo mese, per onorare una grande donna,

la leader politica birmana AUNG SAN SUU KYI,

abbiamo deciso di presentare un film piuttosto che un libro.

Quindi, buona visione

Yangon- Birmania, 19 luglio 1947

Paesaggio incantato, color verde smeraldo per la flora lussureggiante. In lontananza il profilo dorato dei tetti delle pagode.

Entriamo nel giardino fiorito dell’abitazione di persone benestanti, dove, seduto sulla poltrona c’è un giovane padre poco più che trentenne, che tiene in braccio la figlioletta di circa due anni.

“Papà, mi racconti una favola?” chiede la piccola.

“Certo, bambina mia” risponde affettuosamente il padre, e comincia a narrare.

“C’era una volta un paese bellissimo, in cui la gente viveva nell’abbondanza e nella serenità. La terra produceva frutti e fiori di ogni genere e dalle sue viscere lasciava fluire oro e zaffiri più azzurri del cieli. Questa gioia e questa ricchezza attirarono però degli uomini cattivi, che, con le armi e la violenza, s’impadronirono del paese e tolsero la libertà e il sorriso agli abitanti.”

“Papà, come si chiama questo paese?”

“È il nostro paese, mia piccola Suu: è la Birmania” dice il padre – il generale Aung San – mettendole un’orchidea fra i capelli.

Poi, chiamato dal suo intendente, sale in macchina per recarsi a una riunione con altri membri del Partito Comunista.

Non tornerà più a casa: lui e i suoi amici saranno tutti massacrati a colpi di pistola e di mitraglia dai sicari del suo antagonista U Saw.

 

Così si apre il film di Luc Besson, The lady, comparso nei cinema italiani il 23 marzo 2012, dedicato ad Aung San Suu Kyi, politica birmana e premio Nobel per la pace nel 1991.

Non serve raccontare la “trama” del film, poiché fa parte della storia: basta lanciare in internet il nome della protagonista per trovare pagine su pagine sul suo conto, sulla sua vita pubblica e privata.

Oggi Suu, dopo aver subito angherie e pressioni di ogni genere, fra cui quindici anni di arresti domiciliari, durante i quali le fu più volte impedito di vedere i figli e il marito, siede al parlamento del suo paese.

È leader dell’opposizione e continua a seguire nella sua linea politica  i principi gandhiani della non violenza.

Non lasciamola sola.


Un fotogramma del film The Lady.


La copertina del «Time» del 10 gennaio 2011

dedicata ad Aung San Suu Kyi

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