Il piacere del Latino

Gentili Visitatori sono lieta di proporvi nella rubrica “Un libro al mese”  la seguente scheda, che ci è stata inviata da un nostro caro Lettore, l’avvocato Gerardo Lonardoni.

Se anche Voi avete materiale coerente con le tematiche del sito, mandatecelo: i vostri scritti saranno esaminate per un’eventuale pubblicazione!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

 

ENZO MANDRUZZATO,  Il piacere del latino. Per ricordarlo, impararlo, insegnarlo

Milano: Mondadori, 1989;

Nuova edizione 1993 (Bestsellers Saggi)
7ª edizione 1998, 2001 (Bestsellers)

 

Ha conosciuto diverse successive ristampe e si trovano anche recensioni recenti su internet. L’autore è Enzo Mandruzzato, professore di lingue classiche in pensione e apprezzato traduttore dal tedesco (liriche di Holderlin). Nato a Bologna nel 1934, vive a Padova da molti anni.

Il libro è strutturato su una serie di piani che spaziano dal contesto storico, politico, culturale in cui nasce e si sviluppa il latino, alla grammatica della lingua, alla sua utilizzazione in ogni forma e registro linguistico. Un’ampia introduzione alla romanità aiuta il lettore a entrare nell’argomento; un fondamentale capitolo reca il titolo “come pensavano”. Veniamo così introdotti alla concezione romana della religione, della storia, del potere e del pensiero, per facilitare una comprensione “dall’interno” della lingua. È difficile tradurre Cicerone se, pur conoscendosi perfettamente morfologia e sintassi del latino, s’ignorano le strutture mentali di uno stoico eclettico del I sec. a.C.

Segue una trattazione breve ma sostanzialmente completa della grammatica latina, in cui naturalmente l’Autore, lungi dal limitarsi a compendiare un normale libro di testo del ginnasio, si addentra nelle sottigliezze di una lingua universale che fu veicolo di cultura in Occidente per almeno quindici secoli. In particolare si sofferma sull’impiego delle forme verbali per manifestare reconditi pensieri o desideri dello scrittore, cui il testo allude, senza esprimerli. Segue una serie di brani non facili, tradotti e commentati dall’Autore per introdurre il lettore nel vivo della forma mentis romana.

Un capitolo è dedicato  alla poesia latina e alle sue particolarità espressive (caratteristiche in generale di ogni poesia, che deve trasmettere, più che concetti, sensazioni,  usando e piegando le infinite risorse messe a disposizione dalla lingua).

Un capitolo è dedicato all’ “italo-latino”: vengono analizzati brani di autori italiani da Dante a D’Annunzio, in cui l’influsso della classicità è più marcato. Negli scrittori presi in esame, l’Autore mette in rilievo sintassi e lessico presi in prestito direttamente dagli Antichi. È bene al riguardo sottolineare che fino almeno all’ultima Guerra mondiale, la cultura che costituiva oggetto di studio in ogni scuola italiana, era quasi esclusivamente quella classica: i testi greci e soprattutto latini costituivano il punto di riferimento essenziale e imprescindibile di ogni persona di media cultura. Nell’ultimo mezzo secolo, con l’avvento massiccio sulla scena italiana della cultura contemporanea straniera e segnatamente angloamericana, le cose sono molto cambiate; infatti, la rassegna dell’Autore si ferma, come appena detto, a D’Annunzio.

Conclude il libro un’appendice in cui sono riportate le immancabili tavole morfologiche – declinazioni e coniugazioni – seguite dalle unità di misura in uso presso i Latini, dal calendario, dagli schemi metrici e così via.

Nell’insieme, un’opera di indubbie ambizioni tanto saggistiche quanto letterarie, ricca di spunti interessanti, rivolta comunque soprattutto a chi il latino lo conosce già. L’unico appunto che mi sento di muovere al testo, è un certo compiacimento nell’impiego di un linguaggio a tratti involuto, caratteristico di chi, mentre parla o scrive, più che al lettore o interlocutore, si rivolge a se stesso. Le frasi si rincorrono l’una con l’altra in un gioco che sembra badare più alla declamazione che alla spiegazione, al gusto del linguaggio che sottintende anziché esporre, richiedendo al lettore uno sforzo supplementare di comprensione. Un linguaggio più piano e scorrevole avrebbe reso a mio avviso l’opera altrettanto interessante, e maggiormente godibile.

Avv. GERARDO LONARDONI

Per ulteriori approfondimenti si rimanda al sito di Enzo Mandruzzato

http://www.enzomandruzzato.it

 

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