TRADUTTORE TRADITORE?
‘Per essere schietti, un buono e bel verso di un poeta tedesco, la cui melodia riesco ad assaporare fino alle più sottili vibrazioni, mi dà, in certi casi, molto più dell’opera più veneranda della letteratura sanscrita, che non posso accostare se non attraverso una traduzione legnosa e scipita’.
In tal modo si esprime Hermann Hesse nel suo ben noto libriccino sulla costituzione di una biblioteca della letteratura universale (Milano 1979 ed. Adelphi).
Non troverò di certo io, in questa sede, la soluzione al problema, se dobbiamo leggere solo opera in lingua originale, o spaziare liberamente nella scelta delle nostre letture.
Questo breve intervento mira piuttosto a dare al lettore l’idea di quale sia il lavoro di un traduttore, quali aspetti debba esaminare, in quali difficoltà s’imbatta nello svolgimento del suo compito.
Ho così sollecitato l’intervento di un esperto, per esaminare il problema della traduzione da una lingua parlata ad un’altra.
Ecco dunque il giovanissimo Federico Marangon, che, appena diciannovenne, il 13 giugno 2010 è stato insignito, all’interno del Premio Monselice per la traduzione letteraria e scientifica, del premio didattico Valerio Zambon.
In quell’occasione, aveva lavorato sul sonetto XXIX di Shakespeare.
A noi ha invece voluto mandare un saggio di altro tipo, ossia la versione italiana di alcuni testi di canzoni tratte dal musical di Sir Andrew Lloyd Webber, The Beautiful Game, assieme a un breve commento.
Federico è, infatti, anche un ottimo musicista e cantante.
Diamogli quindi la parola, leggiamo la sua presentazione e assaporiamo le sue traduzioni
Fin dal primo ascolto di “The Beautiful Game” ci si rende conto di trovarsi di fronte ad un’opera d’arte in grado di competere con i più grandi capolavori della musica moderna e del teatro musicale.
Le note evocative e potenti di Andrew Lloyd Webber, che richiamano antiche sonorità irlandesi, le parole di Ben Elton, disarmanti nella loro semplicità: tutto contribuisce a rendere questo musical eccezionalmente originale e sorprendente.
Ambientato a Belfast nel 1969, “The Beautiful Game” narra le vicende di una squadra di calcio, un gruppo di ragazzi che, pur essendo accomunati dalla stessa passione e dall’amore per la loro terra, verranno divisi dall’odio religioso, dalla rivalità fra cattolici e protestanti che lacera amicizie, famiglie, vite.
Così il “gioco più bello” diventa anche quel gioco che i protagonisti della storia, senza riuscire a porre fine ad un odio folle e insensato, non hanno saputo giocare, e tutto il musical esplode come un inno alla pace, alla bellezza della vita e alla felicità cui l’amore può portare.
Non mi piaci
Mary
Non posso soffrirti
Che vuoi tra noi
Non può andar così
John
Ancora non vedi
Davvero non mi piaci
Non sai che lagna sei
Non fai al caso mio
So che ieri mi seguivi,
mi vuoi dire perché?
Mary
Basta darti arie,
che non sei un granché!
John
Beh, davvero credo che
dovresti smetterla, sai!
Mary
Scemi come te io
non ne ho visti mai!
John
Stai solo blaterando,
ma perché vieni qui?
Mary
Fossi in te ci penserei,
perché invece è così!
Insieme
Comunque sia, non mi piaci!
Mary
Non vedi che tanto
Di te non ho bisogno?
Perché, adatti a me
Ce ne sono tanti, sai!
John
Non chiedo di meglio
Comunque non andrebbe
Perché non fai per me
Me ne piaccion altre, sai!
Mary
Davvero degli scherzi tuoi
non se ne può più!
Le tue conversazioni poi
mi buttano giù!
Le luci accese a casa,
ma nessuno non c’è…
John
Che diavolo mi chiami,
non lo vedi da te?
Mary
L’ho fatto, ma per sbaglio,
tu sei stronzo però!
John
Se credi di cambiarmi,
ne avrai per un bel po’!
Insieme
Certo, tu non mi piaci!
John
In fondo io credo
Che posso sopportarti
Mary
Vedrai, maturerai
Prima o poi tu cambierai
John
Davvero?
Mary
Okay, un po’ mi piaci
Ma dài, che dico mai?
Siamo amici, nulla più
John
Solo amici, nulla più
Mary
Mi piaci
John
Mi piaci
Insieme
Sì, un po’ mi piaci
Chissà, non so perché
Voglio stare insieme a…
Don’t like you, don’t like you
Mary
Don’t like you, don’t like you
I don’t think I like you
You’re bad, you’re sad
And I know nicer boys
John
Not bothered, not bothered
I simply am not bothered
You’re vain – a total pain
And I know sweeter girls
You’ve been hangin round my door
And watching me at school
Mary
Yes, and I was thinking
you’re completely uncool
John
Well, I wouldn’t say yourself
Was much to shout about
Mary
Do your fly up, sonny,
‘cos your brain’s hanging out
John
You’re gagging for a date
I know you’re dying to meet
Mary
I don’t think so, why there’s still
A dog left out in the street
Both
That’s fine by me, I don’t like you
Mary
Don’t need you, don’t want you
I can live without you
I swear, I just don’t care
Because I know nicer boys
John
Don’t like you, don’t need you
I don’t care about you
You see, you’re not for me
I like lots of other girls
Mary
You bug me and you’re ugly
And your jokes are a bore
Your efforts at coherent
conversation are poor
the lights are clearly on
but then there’s nobody home
John
In that case, why the hell
you call me up on the phone?
Mary
I never flippin’ did, sure
it was you who called me
John
Well, what the hell, at least
There’s one thing that we agree
Both
I’m damn sure I don’t like you
John
Don’t hate you, could stand you
if pushed, could tolerate you
Mary
I’m sure that you’ll mature
I have known more stupid boys
John
No, you say it
Mary
All right – I vaguely like you
It’s bad, I must be mad
But I think we could be friends
John
Not commitment, only friends
Mary
I like you
John
I like you
Both
Yes – I think I like you
It’s real, it’s how I feel
And I want to be your…